Un post di qualche mese fa (questo), presentava la proposta originale fatta da Brian Wood per DEMO.
Ad essa, Wood aveva aggiunto un annetto dopo alcune annotazioni con estratti dalla sceneggiatura non definitiva del primo e del secondo episodio e su come si erano trasformate nelle versioni definitive.
Ecco qua le sue annotazioni, che mostrano altri aspetti del lavoro preparatorio che ha portato alla miniserie.
05/01/03
Numero 1
DEMO: Going Strong
(il numero d'esordio sarà probabilmente il più convenzionale del gruppo. Dobbiamo invogliare la gente a comprarlo, prima di incasinarli.)
Iniziamo nel centro di NY, ora di pranzo. Solo persone in business suits, i marciapiedi ne sono pieni. La nostra prima ripresa ci mostra due ragazze, indossano abiti casual e tracolle piene di toppe e spillette. Hanno circa 20 anni. La ragazza a sinistra sta parlando a qualla di destra, seriosa. Sullo sfondo solo gente in business suits, la calca del mezzogiorno.
Ragazza a Sinistra:
EHI, TI E' MAI CAPITATA LA STRANA SENSAZIONE DI SENTIRTI QUALCUN'ALTRO?
Ragazza a Sinistra:
COME AVESSI QUALCOSA DI SPECIALE, UN'ABILITA' O UN TRATTO FISICO DI QUALCHE TIPO, CHE TI RENDE DIVERSA DA TUTTI GLI ALTRI?
Ragazza a Sinistra:
MA CHE NON VUOI CONFESARE A NESSUNO, PER PAURA CHE LA SOCIETA' IMPAZZISCA E TI TRATTI COME UNA DIVERSA, PREGIUDIZI E ROBA DEL GENERE?
Ragazza a Sinistra:
HAI PRESENTE QUELLA SENSAZIONE?
Mentre questo accade ci spostiamo indietro, fino a una vignetta che mostra le ragazze nella folla, come fossero l'unica devianza in quella folla di completi scuri. Due ragazze uniche in un contesto di conformità.
Ragazza a Destra:
SI, MI SUCCEDE...
Ragazza a Destra:
NON E' DANNATAMENTE GRANDE?
E con questa buffa frecciata alla Marvel, presentiamo DEMO.
Noterete che questa è una revisione della prima scena di DEMO N.1, più breve e con due ragazze al posto di una coppia. Una scena che mette in discussione il lato "cool" dei superpoteri.
"Going Strong" - E' interessante. Non so per quale motivo il titolo è stato abbandonato.
Inoltre, questa descrizione della vignetta divenne la cover di DEMO N.1, ed anche quella della raccolta.
Numero 2
DEMO: Emmy
EMMY - Una ragazza di campagna nel pieno dell'adolescenza, povera, una sbandata, un maschiaccio al 100%. Lavora in una desolata stazione di servizio, riempiendo serbatoi e contando le targhe di auto da altri stati.
Spero di non aver rubato quest'ultimo passaggio da qualche canzone country.
Emmy non parla. Può, ma non vuole. Qualche tempo fa si è resa conto di essere in grado di far ubbidire qualsiasi tipo di comando verbale pronunci. La gente non può fare a meno di obbedirle. Se dicesse a un amico di sparire, questo accadrebbe. Ma l'euforia proveniente dalla scoperta di un simile dono ha avuto breve durata, dopo che Emmy ha inavvertitamente fatto del male a una persona che la amava.
Chiunque le sta vicino corre un grave pericolo, cuccioli, amici, perfino la madre (Emmy ha inavvertitamente causato l'handicap della madre e la loro conseguente situazione economica. La ragazza è distrutta dal senso di colpa). Per questo motivo ha smesso di parlare del tutto.
Più o meno è rimasto tutto invariato.
L'esistenza di Emmy è incentrato sul lavoro e le cure per la madre. E' una vita triste, solitaria e senza speranze. Ma che altro può fare?
Una sterzata di 180 gradi dal concetto di "poteri strafighi" del primo numero.
Un paio di cazzoni alla stazione di servizio risponderanno a questa domanda. Le continue molestie e il loro comportamento bigotto faranno breccia nelle difese psicologiche di Emmy, che eromperà alla fine in uno spontaneo "crepate!".
Tutto sotto gli occhi del suo capo, che dopo aver assistito alla scena chiamerà la polizia.
Una volta a casa, Emmy non potrà trovare conforto nel piangere sulla spalla della madre, ridotta a poco più di un vegetale. In un momento di brutale chiarezza, la ragazza prende una decisione.
La sua misera esistenza e le sirene della polizia in arrivo impongono tale svolta.
Seguono spoiler, se a qualcuno interessa:
Mette la madre a letto, sussurrandole parole che le daranno una morte senza dolore. Emmy tenta di fare la stessa cosa applicando il proprio potere a sé stessa, solo per capire che ne è immune, come se avesse una sorta di meccanismo di difesa. La polizia la arresta.
Cristo! Mi domando per quale motivo non ho inserito QUESTO nella storia! Forse c'erano troppe similitudini col film belga ROSETTA, che mi ha pesantemente influenzato? Non volevo essere troppo depressivo? (non credo, visti alcuni numeri successivi). A posteriori vorrei aver scritto questa versione.
(niente di nuovo sotto l'aspetto relazionale tra "potere" e responsabilità derivanti da un uso scorretto dello stesso. Ma non c'è potere che possa aiutare Emmy e sua madre, e la reazione della ragazza è quella che chiunque potrebbe avere in una situazione del genere. E' reale, onesta e deprimente.)
Sono certo che queste fossero le sinossi incluse nella proposta, per mostrare la tipologia di storie che volevo raccontare: il patinato mondo mutante in stile Marvel, opposto a questo materiale pesante, depressivo e realistico, così che Becky e la AIT sapessero cosa li aspettava. Interessante.
Modalità di iscrizione
Socio Sostenitore
quota annuale: 100 euro
ha diritto a una copia gratuita di ogni pubblicazione dell'Associazione realizzata nel corso dell'anno di iscrizione, e a uno sconto del 30% sulle successive copie acquistate nel corso delle fiere o online;
Socio Ordinario
quota annuale: 7 euro
ha diritto a una copia gratuita del Brian Wood Sketchbook (o di una pubblicazione dell'associazione di pari valore) al momento dell'iscrizione, e al 10% di sconto sugli acquisti fatti nel corso delle fiere.
scrivi a ISCRIZIONI@DOUBLESHOT.IT
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giovedì, gennaio 18, 2007
mercoledì, gennaio 17, 2007
DEMO: candidato al ComicUS Prize
per la serie "son soddisfazioni", DEMO è in lizza come Miglior altro fumetto anglosassone nel ComicUS Prize insieme ad altri titoli di gran valore come "The Age of Bronze", "Rocketo" e "Strangers in Paradise".
lo potete votare qua
Anche Brian Wood è in lizza nella categoria Miglior altro scrittore straniero insieme ad Alan Moore, Grant Morrison, Warren Ellis, Robin Wood e Terry Moore.
potete votarlo qua
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Anche Brian Wood è in lizza nella categoria Miglior altro scrittore straniero insieme ad Alan Moore, Grant Morrison, Warren Ellis, Robin Wood e Terry Moore.
potete votarlo qua
martedì, gennaio 16, 2007
DEMO: nuove recensioni
Nel lungo periodo di tempo dall'ultimo post, DEMO ha continuato ad avere ottimi riscontri.
Alcune recensioni ci hanno fatto particolarmente piacere.
Una è quella riprodotta qua sotto, scritta da Mirko Borghini (Slum King nei forum dedicati ai fumetti) per una rivista:
Ma le due che ci hanno fatto maggiormente piacere sono quella di Alberto Giostra (Albyrinth sul web), apparsa su Rock Hard di gennaio, e quella scritta da Stefano Perullo (il sinisa internettiano) per il catalogo Mega.
DEMO
Double Shot/Bottero Edizioni - 328 Pagine – 18€
Demo nasce da un’idea che Brian Wood (noto per opere come “Channel Zero” e “DMZ”) propose alla Marvel e che venne scartata: ma le idee buone non possono restare per sempre nei cassetti e Wood ha realizzato così “Demo”, miniserie indipendente di 12 numeri, che ha trovato una pubblicazione italiana in un unico volumone grazie all’ottimo lavoro svolto dalla Double Shot. 12 numeri, 12 storie autoconclusive di ragazzi alle prese con dei poteri innati: il concetto base è quello dei mutanti di casa Marvel, ma in quest’opera non vedrete sgargianti costumi o la soap opera portata all’estremo tipica degli X-Men, ma bensì semplicemente dei ragazzi in un momento fondamentale della propria vita. Wood riesce a sorprendere il lettore variando in continuazione il registro passando con naturalezza dal drammatico al sentimentale, dal tragico al poetico, riuscendo sempre e comunque a centrare il punto con storie semplici e basilari, ma cariche di emozioni e significato. Ad accompagnare lo scrittore ci sono i disegni della giovane Becky Cloonan (nota di colore: la disegnatrice è appassionata di heavy metal, come si può constatare leggendo il fumetto), che, nonostante qualche incertezza, dimostra di avere un’ottima sintonia con Wood, adattando il proprio stile (sicuramente influenzato dai manga, in particolare dagli shojo) a seconda della storia. Insomma, “Demo” è un fumetto emozionante ed appassionante sulla diversità, una delle migliori opere americane apparse quest’anno. Consigliato, anche a chi di solito non segue il fumetto americano.
Alberto Giostra
Verso la fine degli anni ’90 la Marvel Comics, nel tentativo di rilanciare alcune delle testate mutanti in forte calo di vendite ed a rischio di chiusura, provò un singolare esperimento: affidare la supervisione e il coordinamento di quelle serie a Warren Ellis, autore britannico mai banale e decisamente anticonvenzionale. Nella piena libertà dei suoi poteri lo scrittore scozzese affidò la realizzazione delle serie ad alcuni autori poco conosciuti nell’ambito del fumetto Mainstream d’oltreoceano. Uno di questi era Brian Wood, talentuoso cartoonist abbastanza noto sulla scena indie per il distopico Channel Zero. Per il giovane Brian ritrovarsi catapultato su una serie mutante fu un’esperienza molto importante e significativa che lo segnò e lo spinse a riflettere sulla natura dei poteri e sull’uso che quel branco di ragazzini ne faceva. Quando la “Casa delle Idee” si rese conto che la cura Ellis non aveva prodotto l’effetto auspicato e decise di chiudere le testate, a Brian rimasero in testa una serie di concetti e di sensazioni che avrebbe desiderato narrare a modo suo, trasportando i ragazzi con superpoteri nel nostro mondo, in un universo reale all’interno del quale persone complicate vedono la loro vita complicarsi ulteriormente a causa di superpoteri né chiesti né tanto meno mai desiderati.
In seguito al controverso bagaglio di emozioni e sentimenti accumulati nel corso della gestione di Generation X (un nome che è tutto in programma) Wood da alla luce DEMO, ambizioso affresco in dodici capitoli nel corso dei quali l’autore concentra la sua attenzione su altrettante storie “comuni”, dodici persone benedette (o maledette) dai superpoteri alle prese con i problemi che questi comportano e che si accavallano con quelli quotidiani. Dodici racconti di straordinaria intensità, duri, spietati, viscerali, alle volte delicati e poetici, alle volte brutali e dolorosi, mai banali né scontati. Un’operazione ambiziosa che è valsa all’opera il riconoscimento di miglior fumetto indipendente dell’anno della rivista Wizard. Da segnalare il contributo enorme fornito alle matite dalla bravissima Becky Cloonan, un’autrice incredibilmente versatile capace di interpretare con sentimento e partecipazione emotiva ognuno dei dodici episodi fino ad adottare uno stile diverso per ognuno di essi. Dal pennello sporco e graffiato all’american manga, dall’uso del retino al tratto iper-realistico assistiamo all’opera di una artista in grado di personalizzare ciascun episodio adottando per ognuno di essi lo stile più adatto per narrarlo visivamente.
Gli editori (tre intraprendenti appassionati e Alessandro Bottero, che grazie alla sua firma contribuisce a sdoganare questo ottimo volume anche nel nostro paese) nella postfazione affermano che la pubblicazione italiana di DEMO nasce un po’ per follia ed un po’ per fortuna. Viene da ringraziare il cielo che ci sia qualcuno benedetto da questa lucida follia, una variabile impazzita indispensabile per continuare a sfidare il mercato e gli appassionati con opere come questa.
Stefano Perullo
Grazie a tutti!
Alcune recensioni ci hanno fatto particolarmente piacere.
Una è quella riprodotta qua sotto, scritta da Mirko Borghini (Slum King nei forum dedicati ai fumetti) per una rivista:
Ma le due che ci hanno fatto maggiormente piacere sono quella di Alberto Giostra (Albyrinth sul web), apparsa su Rock Hard di gennaio, e quella scritta da Stefano Perullo (il sinisa internettiano) per il catalogo Mega.
DEMO
Double Shot/Bottero Edizioni - 328 Pagine – 18€
Demo nasce da un’idea che Brian Wood (noto per opere come “Channel Zero” e “DMZ”) propose alla Marvel e che venne scartata: ma le idee buone non possono restare per sempre nei cassetti e Wood ha realizzato così “Demo”, miniserie indipendente di 12 numeri, che ha trovato una pubblicazione italiana in un unico volumone grazie all’ottimo lavoro svolto dalla Double Shot. 12 numeri, 12 storie autoconclusive di ragazzi alle prese con dei poteri innati: il concetto base è quello dei mutanti di casa Marvel, ma in quest’opera non vedrete sgargianti costumi o la soap opera portata all’estremo tipica degli X-Men, ma bensì semplicemente dei ragazzi in un momento fondamentale della propria vita. Wood riesce a sorprendere il lettore variando in continuazione il registro passando con naturalezza dal drammatico al sentimentale, dal tragico al poetico, riuscendo sempre e comunque a centrare il punto con storie semplici e basilari, ma cariche di emozioni e significato. Ad accompagnare lo scrittore ci sono i disegni della giovane Becky Cloonan (nota di colore: la disegnatrice è appassionata di heavy metal, come si può constatare leggendo il fumetto), che, nonostante qualche incertezza, dimostra di avere un’ottima sintonia con Wood, adattando il proprio stile (sicuramente influenzato dai manga, in particolare dagli shojo) a seconda della storia. Insomma, “Demo” è un fumetto emozionante ed appassionante sulla diversità, una delle migliori opere americane apparse quest’anno. Consigliato, anche a chi di solito non segue il fumetto americano.
Alberto Giostra
Verso la fine degli anni ’90 la Marvel Comics, nel tentativo di rilanciare alcune delle testate mutanti in forte calo di vendite ed a rischio di chiusura, provò un singolare esperimento: affidare la supervisione e il coordinamento di quelle serie a Warren Ellis, autore britannico mai banale e decisamente anticonvenzionale. Nella piena libertà dei suoi poteri lo scrittore scozzese affidò la realizzazione delle serie ad alcuni autori poco conosciuti nell’ambito del fumetto Mainstream d’oltreoceano. Uno di questi era Brian Wood, talentuoso cartoonist abbastanza noto sulla scena indie per il distopico Channel Zero. Per il giovane Brian ritrovarsi catapultato su una serie mutante fu un’esperienza molto importante e significativa che lo segnò e lo spinse a riflettere sulla natura dei poteri e sull’uso che quel branco di ragazzini ne faceva. Quando la “Casa delle Idee” si rese conto che la cura Ellis non aveva prodotto l’effetto auspicato e decise di chiudere le testate, a Brian rimasero in testa una serie di concetti e di sensazioni che avrebbe desiderato narrare a modo suo, trasportando i ragazzi con superpoteri nel nostro mondo, in un universo reale all’interno del quale persone complicate vedono la loro vita complicarsi ulteriormente a causa di superpoteri né chiesti né tanto meno mai desiderati.
In seguito al controverso bagaglio di emozioni e sentimenti accumulati nel corso della gestione di Generation X (un nome che è tutto in programma) Wood da alla luce DEMO, ambizioso affresco in dodici capitoli nel corso dei quali l’autore concentra la sua attenzione su altrettante storie “comuni”, dodici persone benedette (o maledette) dai superpoteri alle prese con i problemi che questi comportano e che si accavallano con quelli quotidiani. Dodici racconti di straordinaria intensità, duri, spietati, viscerali, alle volte delicati e poetici, alle volte brutali e dolorosi, mai banali né scontati. Un’operazione ambiziosa che è valsa all’opera il riconoscimento di miglior fumetto indipendente dell’anno della rivista Wizard. Da segnalare il contributo enorme fornito alle matite dalla bravissima Becky Cloonan, un’autrice incredibilmente versatile capace di interpretare con sentimento e partecipazione emotiva ognuno dei dodici episodi fino ad adottare uno stile diverso per ognuno di essi. Dal pennello sporco e graffiato all’american manga, dall’uso del retino al tratto iper-realistico assistiamo all’opera di una artista in grado di personalizzare ciascun episodio adottando per ognuno di essi lo stile più adatto per narrarlo visivamente.
Gli editori (tre intraprendenti appassionati e Alessandro Bottero, che grazie alla sua firma contribuisce a sdoganare questo ottimo volume anche nel nostro paese) nella postfazione affermano che la pubblicazione italiana di DEMO nasce un po’ per follia ed un po’ per fortuna. Viene da ringraziare il cielo che ci sia qualcuno benedetto da questa lucida follia, una variabile impazzita indispensabile per continuare a sfidare il mercato e gli appassionati con opere come questa.
Stefano Perullo
Grazie a tutti!
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