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martedì, gennaio 16, 2007

DEMO: nuove recensioni

Nel lungo periodo di tempo dall'ultimo post, DEMO ha continuato ad avere ottimi riscontri.
Alcune recensioni ci hanno fatto particolarmente piacere.

Una è quella riprodotta qua sotto, scritta da Mirko Borghini (Slum King nei forum dedicati ai fumetti) per una rivista:

Ma le due che ci hanno fatto maggiormente piacere sono quella di Alberto Giostra (Albyrinth sul web), apparsa su Rock Hard di gennaio, e quella scritta da Stefano Perullo (il sinisa internettiano) per il catalogo Mega.


DEMO
Double Shot/Bottero Edizioni - 328 Pagine – 18€

Demo nasce da un’idea che Brian Wood (noto per opere come “Channel Zero” e “DMZ”) propose alla Marvel e che venne scartata: ma le idee buone non possono restare per sempre nei cassetti e Wood ha realizzato così “Demo”, miniserie indipendente di 12 numeri, che ha trovato una pubblicazione italiana in un unico volumone grazie all’ottimo lavoro svolto dalla Double Shot. 12 numeri, 12 storie autoconclusive di ragazzi alle prese con dei poteri innati: il concetto base è quello dei mutanti di casa Marvel, ma in quest’opera non vedrete sgargianti costumi o la soap opera portata all’estremo tipica degli X-Men, ma bensì semplicemente dei ragazzi in un momento fondamentale della propria vita. Wood riesce a sorprendere il lettore variando in continuazione il registro passando con naturalezza dal drammatico al sentimentale, dal tragico al poetico, riuscendo sempre e comunque a centrare il punto con storie semplici e basilari, ma cariche di emozioni e significato. Ad accompagnare lo scrittore ci sono i disegni della giovane Becky Cloonan (nota di colore: la disegnatrice è appassionata di heavy metal, come si può constatare leggendo il fumetto), che, nonostante qualche incertezza, dimostra di avere un’ottima sintonia con Wood, adattando il proprio stile (sicuramente influenzato dai manga, in particolare dagli shojo) a seconda della storia. Insomma, “Demo” è un fumetto emozionante ed appassionante sulla diversità, una delle migliori opere americane apparse quest’anno. Consigliato, anche a chi di solito non segue il fumetto americano.
Alberto Giostra



Verso la fine degli anni ’90 la Marvel Comics, nel tentativo di rilanciare alcune delle testate mutanti in forte calo di vendite ed a rischio di chiusura, provò un singolare esperimento: affidare la supervisione e il coordinamento di quelle serie a Warren Ellis, autore britannico mai banale e decisamente anticonvenzionale. Nella piena libertà dei suoi poteri lo scrittore scozzese affidò la realizzazione delle serie ad alcuni autori poco conosciuti nell’ambito del fumetto Mainstream d’oltreoceano. Uno di questi era Brian Wood, talentuoso cartoonist abbastanza noto sulla scena indie per il distopico Channel Zero. Per il giovane Brian ritrovarsi catapultato su una serie mutante fu un’esperienza molto importante e significativa che lo segnò e lo spinse a riflettere sulla natura dei poteri e sull’uso che quel branco di ragazzini ne faceva. Quando la “Casa delle Idee” si rese conto che la cura Ellis non aveva prodotto l’effetto auspicato e decise di chiudere le testate, a Brian rimasero in testa una serie di concetti e di sensazioni che avrebbe desiderato narrare a modo suo, trasportando i ragazzi con superpoteri nel nostro mondo, in un universo reale all’interno del quale persone complicate vedono la loro vita complicarsi ulteriormente a causa di superpoteri né chiesti né tanto meno mai desiderati.
In seguito al controverso bagaglio di emozioni e sentimenti accumulati nel corso della gestione di Generation X (un nome che è tutto in programma) Wood da alla luce DEMO, ambizioso affresco in dodici capitoli nel corso dei quali l’autore concentra la sua attenzione su altrettante storie “comuni”, dodici persone benedette (o maledette) dai superpoteri alle prese con i problemi che questi comportano e che si accavallano con quelli quotidiani. Dodici racconti di straordinaria intensità, duri, spietati, viscerali, alle volte delicati e poetici, alle volte brutali e dolorosi, mai banali né scontati. Un’operazione ambiziosa che è valsa all’opera il riconoscimento di miglior fumetto indipendente dell’anno della rivista Wizard. Da segnalare il contributo enorme fornito alle matite dalla bravissima Becky Cloonan, un’autrice incredibilmente versatile capace di interpretare con sentimento e partecipazione emotiva ognuno dei dodici episodi fino ad adottare uno stile diverso per ognuno di essi. Dal pennello sporco e graffiato all’american manga, dall’uso del retino al tratto iper-realistico assistiamo all’opera di una artista in grado di personalizzare ciascun episodio adottando per ognuno di essi lo stile più adatto per narrarlo visivamente.
Gli editori (tre intraprendenti appassionati e Alessandro Bottero, che grazie alla sua firma contribuisce a sdoganare questo ottimo volume anche nel nostro paese) nella postfazione affermano che la pubblicazione italiana di DEMO nasce un po’ per follia ed un po’ per fortuna. Viene da ringraziare il cielo che ci sia qualcuno benedetto da questa lucida follia, una variabile impazzita indispensabile per continuare a sfidare il mercato e gli appassionati con opere come questa.
Stefano Perullo


Grazie a tutti!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

tre bellissime recensioni! grazie anche a voi questa esperienza di Demo si sta trasformando in una cosa entusiasmante :))))

Anonimo ha detto...

brian wood ha citato questo post anche nel suo blog. Sembra che il gruppo preferito di Becky Cloonan siano i MANOWAR....

Anonimo ha detto...

essere citati sul blog della double shot è un vero onore! Grazie e in bocca al lupo per i progetti futuri.

BLOG NEWS ha detto...

Complimenti per il blog e per il post!Ti invito a visitare il mio blog http://newsfuturama.blogspot.com/ ciao